I calcoli renali, noti anche come nefrolitiasi o litiasi renale nel linguaggio medico, sono delle piccole aggregazioni di sali minerali che si sviluppano nei reni. Queste formazioni, spesso definite “sassolini”, si originano dalla cristallizzazione e dall’accumulo di alcune sostanze normalmente presenti nelle urine.
Indice
Calcoli renali: cosa sono e come si formano?
I calcoli renali sono depositi duri costituiti da sostanze diverse, in particolare ossalato di calcio, fosfato di calcio e acido urico. Queste sostanze, normalmente presenti in soluzione, possono cristallizzare formando calcoli se la loro concentrazione è troppo alta o se il liquido in cui sono disciolte è scarso (cioè in caso di urine troppo concentrate).
Nel corso del tempo, i calcoli tendono a spostarsi dalle vie urinarie superiori, dove si formano, verso quelle inferiori, passando attraverso l’uretere fino ad arrivare alla vescica, e infine all’uretra, dove possono essere espulsi durante la minzione. Quando i calcoli escono dal rene e si trovano in un punto qualsiasi delle vie urinarie, la definizione medica diventa urolitiasi o calcolosi urinaria.
I calcoli renali sono molto comuni: si stimano circa 100.000 nuovi casi all’anno in Italia, con una frequenza maggiore nelle regioni del Sud.
Calcoli renali: perché si formano?
Fattori di rischio per la formazione dei calcoli renali:
- Bere poco: l’acqua, infatti, evita che le sostanze che formano i calcoli cristallizzino e si aggreghino formando i “sassolini”. È importante tenere a mente che in caso di calcoli renali è importante bere molta acqua, ma, in presenza di colica renale, può risultare pericoloso assumere troppa acqua per il rischio di creare una pressione eccessiva a livello renale
- Clima: è stato dimostrato che le elevate temperature esterne possono aumentare il rischio di formazione di calcoli renali
- Esercizio fisico intenso: se i liquidi persi con la sudorazione non vengono reintegrati si corre il rischio di avere urine troppo concentrate
- Dieta scorretta: diete iperproteiche e povere di frutta e verdura o un elevato consumo di bevande zuccherate
- Obesità e sedentarietà
- Familiarità: è ampiamente dimostrato che la storia familiare gioca un ruolo molto importante. Infatti, è più probabile soffrire di calcolosi renale se anche altri familiari ne hanno sofferto in passato
Sintomi e conseguenze: la colica renale
I calcoli renali si formano a livello reni e sono solitamente asintomatici, a meno che non raggiungano dimensioni importanti.
Il calcolo può però spostarsi dal rene e scendere nell’uretere, un sottile tubicino che collega il rene alla vescica. In questo caso, lo spostamento del calcolo e l’eventuale ostruzione del passaggio dell’urina portano all’insorgenza della colica renale.
La colica renale è caratterizzata da un dolore improvviso e lancinante a livello lombare o addominale, descritto come una “coltellata”. I sintomi della colica sono così violenti che spesso richiedono una visita al Pronto Soccorso.
Diagnosi e trattamento
In presenza di una colica renale si procede con un’ecografia dell’addome o una TAC per identificare al meglio i calcoli e valutarne: la sede, le dimensioni e il grado di durezza.
In base al tipo di calcolo renale si decide se e come intervenire:
- Calcolo di grandi dimensioni, che provoca un’ostruzione importante: si agisce inserendo un catetere tra rene e vescica in modo da “bypassare” il calcolo ed evitare il blocco renale.
- Calcolo di grandi dimensioni, ma che non provoca ostruzione: si utilizzano tecniche di endoscopia urologica. In questo caso, si entra con l’endoscopio dall’uretra e si polverizza il calcolo in sede per poi aspirarlo.
- Calcolo di piccole dimensioni (inferiore a 1 centimetro di diametro) e non ci sono complicazioni: solitamente si aspetta che il paziente lo espella in autonomia tramite le urine nel giro di qualche giorno.
- Se il paziente non elimina spontaneamente il calcolo si può ricorrere alla litotrissia extracorporea ad onde d’urto. Questa procedura agisce dall’esterno tramite onde d’urto e frammenta il calcolo facilitandone l’uscita.
Prevenzione dei calcoli renali
Dopo l’eliminazione del calcolo è necessaria una valutazione metabolica per capirne la composizione: ogni persona, infatti, produce calcoli sempre dello stesso tipo. Sapere la tipologia del calcolo che è stato eliminato permette di dare indicazioni dietetiche e terapeutiche diverse, a seconda che questi “sassolini” contengano ossalato di calcio (i più comuni), fosfato di calcio, acido urico, cistina.
In molti casi è necessario cambiare l’acidità delle urine: urine troppo acide favoriscono infatti la formazione del calcolo.
Per alcalinizzare le urine (cioè ridurne l’acidità) risultano di estrema importanza i citrati.
Il ruolo dei citrati nella prevenzione dei calcoli
I citrati, solitamente citrato di magnesio e citrato di potassio, sono dei sali che rivestono un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella terapia della calcolosi renale.
I citrati svolgono due azioni principali:
- riducono l’acidità delle urine grazie alle loro caratteristiche alcaline. Urine meno acide permettono la solubilizzazione dei cristalli urici, impedendo l’aggregazione e la formazione di calcoli.
- agiscono sui calcoli di ossalato di calcio e di fosfato di calcio trasformandoli nella forma solubilizzata, grazie alla loro capacità di legare e sequestrare il Calcio.
Citrato di Potassio-Magnesio: l’innovazione del sale combinato
Il citrato di Potassio-Magnesio è un sale combinato in un’unica formula, a differenza delle comuni miscele di citrato di potassio e citrato di magnesio. Questo particolare complesso salino contiene maggiori quantità di citrato, risultano più efficace nel trattamento e nella prevenzione dei calcoli renali.
Questo innovativo sale combinato contiene, inoltre, magnesio e potassio nei rapporti ottimali per mantenere correttamente le funzionalità dei muscoli, del cuore e del sistema nervoso.
Il sale combinato di Potassio-Magnesio ha una buona solubilità, un sapore gradevole e un’ottima tollerabilità gastro-intestinale.
SolvhoRen bustine
Ti aiuta a prevenire la formazione dei calcoli renali grazie alla sua formulazione a base di citrato di Potassio-Magnesio
I citrati non sono l’unico strumento a nostra disposizione per prevenire la formazione dei calcoli renali e favorirne l’espulsione.
Oltre ad agire a livello chimico con il citrato di Potassio-Magnesio possiamo infatti intervenire a livello biologico con l’estratto di Fillanto, che è in grado di limitare la crescita e l’aggregazione dei cristalli di ossalato.
Il fillanto, l’erba “spaccapietre”
Il Fillanto (Phyllantus niruri) è una pianta tipica del Sudamerica nota anche con il nome peruviano “Chanca Piedra”, cioè “spaccapietre“, “distruttore di pietre”.
L’estratto che si ricava dai fiori e dalle foglie di questa pianta è ricco di tannini ed è caratterizzato da un’importante attività: è in grado di contrastare la litiasi.
Attività del Fillanto nei confronti dei calcoli renali:
- contrasta la formazione e l’aggregazione dei calcoli renali perché aumenta la solubilità dei sali alcalini
- contribuisce a mantenere basso il tasso batterico del tratto urogenitale
- favorisce l’espulsione dei calcoli e della renella (sabbia renale) perché esercita un’attività rilassante sulla muscolatura liscia del tratto urogenitale
I risultati degli studi clinici hanno dimostrato che il Fillanto ha una buona potenzialità terapeutica dal momento che è in grado di modificare la consistenza e la struttura del calcolo rendendola più friabile e quindi più facilmente disgregabile ed eliminabile con le urine.